Calzone di ceci
- Basilicata
- Pasticceria fresca
- PAT
- Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria
Nonostante vengano fritti, l’origine dei calzoni di ceci lucani non è carnevalesca (come quasi tutti i dolci fritti) ma natalizia, pur se ora si fanno tutto l’anno e più o meno in tutta la regione. Il termine “calzone” non confonda, non sono grossi come mezze pizze o panzerotti ma sono saccottini rigonfi e quadrati che si mangiano in uno o due bocconi. La sfoglia esterna è di acqua e farina, il ripieno è invece assai ricco: ceci bolliti e ridotti in puré, zucchero, cioccolato fondente, cacao amaro, caffé piuttosto ristretto, cannella, vaniglia naturale in bacche (si usa l’interno o si macina l’intera bacca), liquore all’anice, a volte altri liquori purché aromatici e non amari. La lavorazione è come quella dei ravioli: si stende la sfoglia con il mattarello, si allineano sopra dei mucchietti di ripieno, si copre con un’altra sfoglia e si tagliano e chiudono i saccottini quadrati. Poi si friggono nello strutto (preferibilmente) o nell’olio extra vergine d’oliva. Durano alcuni giorni senza problemi.
COMMENTI E CONSIGLI
Come sempre si dovrebbe leggere l’ertichetta per verificare non ci siano additivi e/o vanillina o altri aromi sintetici. Essendo un prodotto artigianale proposto da forni e gastronomie nel periodo natalizio, non sempre c’è un’etichetta per cui dipende dal rapporto di fiducia con chi li propone. Innanzitutto va chiesto in quale grasso sono fritti, che dev’essere assolutamente strutto con la sola alternativa dell’olio extra vergine d’oliva.
La selezione dell’Accademia delle 5T dove acquistare i Calzoni di ceci:
(l’ordine dei prodotti NON costituisce una classifica di merito ma dipende dalla data di inserimento)
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