Porchetta di Ariccia IGP
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La Porchetta di Ariccia (RM) IGP è senza dubbio la variante più famosa di questa specialità del Centro Italia.
La lavorazione è molto simile a quella di Poggio Bustone (di cui si invita a visitare la pagina http://enciclopediadeiprodottitipici.it/prodotto/porchetta-di-poggio-bustone/).
Vi sono, però, alcune differenze. Mentre nel reatino la testa del maiale è parte fondamentale del prodotto perché diventa il luogo di concentrazione dei profumi, ad Ariccia è molto più comune trovare il cosiddetto “tronchetto” ovvero solamente il torso del maiale cotto.
Della porchetta dei Castelli Romani abbiamo notizie già nel mondo pre-romano.
La zona è sempre stata la residenza estiva di Papi e aristocratici che, dopo le battute di caccia, consumavano la pietanza arricchita dai profumi selvatici delle erbe.
Si pensa che i primi a sviluppare un metodo di preparazione siano stati i sacerdoti del tempio di Giove Laziale sul Monte Cavo, per fare un dono al dio.
Sicuramente la porchetta è divenuta celebre sul territorio nazionale (e non solo) nel secondo Dopoguerra. Molti scrittori neorealisti, tra cui il milanese (curiosamente) Carlo Emilio Gadda, parlavano di questo piatto nel descrivere gli usi, anche culinari, delle popolazioni locali dell’epoca.
La celeberrima sagra, nata negli anni Cinquanta del Novecento, servì a dare uno slancio di notorietà verso l’estero.
COMMENTI E CONSIGLI
In generale nel basso Lazio non si usa il finocchietto selvatico, l’aroma prevalente giunge dai ciuffi di rosmarino.
Va consumata entro poche ore dalla cottura perché non prevede l’uso di alcun tipo di conservante.
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