Mela rosa dei Sibillini
- Marche
- Frutta fresca
- PAT
- Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati
La Mela rosa dei Sibillini è un’antica varietà di mele coltivata principalmente nell’entroterra marchigiano, in particolare nella fascia collinare e pedemontana tra i 450 e i 900 metri di altitudine che fa parte del Parco dei Sibillini. Il frutto è di dimensione medio-piccola, piuttosto irregolare, presenta una forma appiattita asimmetrica e una buccia liscia di medio spessore di colore verdognolo con striature dal rosa al rosso violaceo, il profumo è molto intenso e il sapore è particolarmente acidulo e zuccherino. Il nome della mela prende spunto proprio da queste sfumature e dal profumo, riconducibile a quello di una rosa, che le piante sprigionano durante la fioritura. La sua coltivazione risale a tempi antichissimi, si hanno testimonianze già in epoca romana: il poeta latino Quinto Orazio Flacco ne celebrò il sapore all’interno delle sue Satire, risalenti al primo secolo a.C.; successivamente il frutto verrà citato all’interno di manuali tra il XV e il XVIII secolo. A causa del suo aspetto poco invitante e della tardiva messa a frutto non è mai riuscita ad entrare nell’ambito commerciale, tanto che per molto tempo la sua coltivazione venne completamente abbandonata, a eccezione di alcuni alberi conservati in orti o piccoli frutteti per uso familiare. Negli ultimi anni, però, sta ottenendo un notevole successo e si sta reintroducendo all’interno del territorio marchigiano in quanto presenta delle ottime qualità fitonutrienti e antiossidanti e per la sua resistenza alla ticchiolatura e alle avversità biotiche più comuni. Quest’ultimo aspetto le consente di essere particolarmente genuina e viene solitamente coltivata con il metodo biologico. Attraverso uno studio svolto dall’Università di Camerino, sotto la direzione del professore Filippo Maggi, sono state riconosciute le proprietà nutrizionali della Mela rosa che fino ad allora non avevano un fondamento scientifico su cui basarsi. Ciò sta permettendo di investire ancora di più nell’utilizzo di questa varietà nella coltivazione, ma anche nella ricerca in ambito farmaceutico e cosmetico, facendo leva sulla sua utilità contro malattie neurodegenerative e cardiovascolari.
COMMENTI E CONSIGLI
Questa varietà di mele è ottima da consumare fresca, tanto più che si conserva per un periodo piuttosto lungo: se viene fatta maturare in luoghi idonei, come i tradizionali fruttai, la polpa si ammorbidisce e migliora il pregio organolettico. È inoltre utilizzata molto in cucina, sia semplicemente cotta sotto la brace o al forno, sia all’interno di torte o altre ricette, anche salate, che ne esaltano il suo sapore acidulo-zuccherino.
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