Ciliegia Ravenna della Sabina
- Lazio
- Frutta fresca
- PAT
- Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati
La Sabina, meraviglioso territorio verdeggiante tra Roma e Rieti, grazie al suo microclima particolarmente ospitale e mite in ogni mese dell’anno, fin dai tempi dei primi insediamenti romani è stata considerata terra agricola e fertile.
Il suo prodotto più celebre è certamente l’olio extravergine di oliva, ma non mancano anche eccellenze per quanto riguarda la frutticoltura.
il frutto più noto del territorio è la cosiddetta Cerasa de Roma, ciliegia attualmente appartenente alle varietà di duracine Ravenna il cui centro principale di produzione è Palombara Sabina, ma viene coltivata in particolare anche nei comuni di Nerola, Montelibretti, Moricone, Montorio Romano (RM) e Fara Sabina (RI). La sua etimologia non è certa, ma si pensa che derivi dal fatto che sia stata importata all’inizio del Novecento dalla Romagna e diffusa mediante innesto sui ciliegi locali..
Il frutto cresce su piante talvolta secolari e viene raccolto tra fine maggio e giugno rigorosamente a mano staccando anche il peduncolo e la foglia per garantirne l’integrità. In molti casi la pianta, dopo 20-30 anni, perde vigore costringendo i contadini a sostituirla con un esemplare più giovane.
A seconda del periodo di raccolta, le piante si distinguono in Ciliegio Ravenna Precoce o Tardivo, due cultivar del Prunus avium o ciliegio selvatico.
In origine veniva mantenuta, così come i fichi, nelle canestre di vimini dove erano poste subito dopo la raccolta e coperte con le loro stesse foglie, per mantenerle fresche evitando che il sole le rovinasse.
La forma è tondeggiante e di medio-grosse dimensioni, il colore tende a un rosso intenso, con una polpa chiara, croccante e corposa.
La sagra delle cerase di Palombara, che si svolge nel mese di giugno, è fra le più tradizionali d’Europa, avendo superato la novantesima edizione. L’evento centrale consiste in un carnevale estivo con la sfilata di carri allegorici decorati solamente con cardi, margherite e, appunto, ciliegie! Si tratta di una vera e propria competizione tra rioni, con un riconoscimento assegnato al carro più bello.
A volte vengono chiamate “le cerase del Papa”, poiché la leggenda narra che dei contadini regalarono già nel lontano Duecento un cesto di ciliegie a Papa Onorio IV, che ne rimase talmente innamorato da volerle in dono ogni anno come primizia. Ovviamente allora si trattava di varietà diverse.
COMMENTI E CONSIGLI
La produzione non prevede l’uso di alcun tipo di pesticida. Spesso viene trovata all’interno del frutto la larva deposta dal Rhagoletis ceratis o mosca delle ciliegie. Di solito la presenza del vermetto si riscontra solo a maturazione avanzata. A parte interventi chimici, però, oggi ci sono metodi naturali per ridurre l’attaco attraverso l’uso di trappole sessuali (ovvero con feromoni che attraggono e imprigionano i maschi impedendo la fecondazione delle uova dell’insetto).
Vista la piacevolezza del sapore ma allo stesso tempo la delicatezza del frutto, viene anche utilizzata trasformata in distillati, composte, sciroppi o succhi.
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