Amarone della Valpolicella
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L’Amarone della Valpolicella affonda le sue origini storiche nel VI secolo d.C., quando regnava Teodorico, re dei Visigoti: il ministro Cassiodoro con una lettera ai proprietari terrieri chiedeva di avere per la mensa regale un vino speciale e fu ottenuto, con una particolare tecnica di appassimento dell’uva, il vino chiamato “Acinatico”. Definito come “mosto invernale, freddo sangue delle uve” è così l’antenato dell’Amarone della Valpolicella. La sua soecificità venne confermata dai Longobardi con una particolare tutela nell’editto di Rotari. Tra i documenti ufficiali e le citazioni he citano successivamente questo vino è particolarmente significativa l’introduzione, da parte dell’erudito Scipione Maffei nel 1732, della parola “amaro” collegata a un vino con “una grazia particolare prodotto in Valpolicella”. Bisognerà aspettare i primi anni del Novecento per la produzione dei primi esemplari di Amarone in bottiglia, pur senza etichetta e per scambi familiari. Solo nel 1953 inizia la produzione per la commercializzazione in vasta scala.
La zona di produzione dell’Amarone della Valpolicella è la stessa del vino Valpolicella, in provincia di Verona, tra l’Adige e la catena montuosa dei Lessini.
Le uve sono Corvina (in gran parte), Corvinona, Rondinella e altre rosse non aromatiche ammesse per il territorio in misura non superiore al 25%.
Le caratteristiche morfologiche del terreno e climatiche risultano le medesime di quelle descritte nella scheda del Valpolicella DOC. La particolarità di questa tipologia di vino si deve al raffinato procedimento di selezione direttamente in vigna dei grappoli migliori e delle successive fasi di appassimento. I vigneti destinati all’Amarone devono comprendere un minimo di 3300 ceppi per ettaro e la resa dev’essere di non oltre 120 quintali di uve per ettaro. I grappoli, attentamente selezionati, vengono posti in cassette forate o su graticci di canne di bambù per far circolare l’aria tra i grappoli, per poi essere posti in appositi locali chiamatii “fruttai” con caratteeistiche di clima e giro d’aria ideali per l’appassimento. I grappoli devono rimanere per 100-120 giorni nei fruttai, affinché possano perdere acqua dimezzando il loro peso. Successivamente si procede con la pigiatura e la fermentazione e il particolare affinamento: il vino ottenuto non deve superare in peso il 40% del peso iniziale delle uve, avere una gradazione alcolica minima del 14% con un massimo di 9 g di zuccheri residui. L’affinamento deve essere rigorosamente di almeno 2 anni in botti di legno a partire dall’1 gennaio dell’anno successivo alla vendemmia e totale, se con la denominazione “riserva” di almeno 4 anni a partire dall’1 novembre dell’anno della vendemmia. Se prodotto nella Valpantena può chiamarsi Amarone della Valpolicella Valpantena, se prodotto nei Comuni di Negrar, Marano, Fumane, Sant’Ambrogio, S. Pietro in Cariano può avvalersi della dicitiura “Classico”.
COMMENTI E CONSIGLI
L’Amarone deve rispondere a caratteristiche organolettiche differenti dal classico Valpolicella DOC: colore rosso scuro carico con tendenza al granato con l’invecchiamento, profumi di frutta matura e confetture di amarena, ciliegia nera, lampone, sapore pieno, vellutato e caldo, molto secco;
La selezione dell’Accademia delle 5T dove acquistare l’Amarone della Valpolicella :
(l’ordine dei prodotti NON costituisce una classifica di merito ma dipende dalla data di inserimento)
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